Giancarlo Micheli


Intervista a Giancarlo Micheli

Ciao e benvenuto! Presentati ai nostri lettori!

Appartengo alla generazione che nel tossico linguaggio mediatico tristemente in voga si sente definire come quella dei “quarantenni”. Non so su quanti l’abuso del linguaggio, che oggi si insegna non senza colpa e si pratica impunemente, produca lo stesso effetto che ha avuto su di me, nondimeno credo che, per quanto mi riguarda, l’impulso ad agire per emendare e, qualora sia possibile, sovvertire questo catastrofico stato delle cose sia all’origine della mia scelta (qualcuno che si è presa la briga di leggermi ha ritenuto persino di considerarla una vocazione) di dedicarmi alla scrittura. Questo impulso credo risalga in me quantomeno all’età dell’adolescenza, sebbene senza dubbio la necessità dell’espressione poetica affondi in regioni della mia esperienza ancor più profonde e si perda assieme alle prime memorie, mescolandosi, quasi con certezza, a quelle universalmente umane.
Dopo aver scritto e studiato in relativo isolamento per un periodo abbastanza lungo, del quale riconosco oggi, retrospettivamente, anche gli effetti benefici, giacché mi ha consentite esperienze formative e una certa cognizione del lavoro salariato qual è inflitto, nell’attuale circostanza storica, alla classe proletaria, cui ho sempre appartenuto non senza orgoglio (come bagnino di salvamento, disegnatore tecnico, portiere d’albergo, operaio resinatore ed altro, ed oggi come scrittore) esordii nel 2003 con il primo racconto “Fucking fist”, per l’editore Baroni della città di Viareggio, dove sono nato e vivo. Sempre per lo stesso editore furono pubblicati il mio primo libro di versi, “Canto senza preghiera” (2004) e il mio primo romanzo, “Elegia provinciale” (2007). In seguito, ho proseguito con la narrativa con i romanzi “Indie occidentali” (Campanotto, Udine 2008), al quale fu conferito il premio internazionale Nuove Lettere dell’Istituto italiano di cultura di Napoli, riconoscimento in teoria abbastanza prestigioso dal momento che la giuria è esclusivamente composta da italianisti di varie università europee e americane, e “La grazia sufficiente” (Campanotto, 2010). Sempre per l’editore udinese è uscita la raccolta di versi “La quarta glaciazione” (2012; finalista al premio nazionale Alpi Apuane), la mia terza, dopo “Nell’ombra della terra” (Gabrieli, Roma 2008). Sperando di non essere stato troppo noioso nello sciorinare un elenco di titoli che risulteranno con tutta verosimiglianza sconosciuti ai più, invito chi volesse approfondirne la conoscenza a consultare il mio blog HYPERLINK "http://novarubedo.blogspot.it/" novarubedo   o la mia pagina sul sito HYPERLINK "http://www.literary.it/autori/dati/micheli_giancarlo/giancarlo_micheli.html" Literary .


2) È stata pubblicata la seconda edizione del romanzo "Elegia provinciale". Puoi parlarcene?

Si tratta, come ho detto, del mio primo romanzo pubblicato. Non c’è spazio qua per raccontare le mie personali vicissitudini di scrittore nei rapporti con l’industria editoriale, cosa che non mancherebbe tuttavia di essere istruttiva. Ad ogni buon conto, giacché sono nato in una nazione dove le opportunità vanno sempre a chi appartiene ai circoli di un’equivoca eccellenza sociale, ho dovuto faticare molto prima di arrivare al conseguimento della pubblicazione di esordio. Vi riuscii grazia ad un editore coraggioso, come per fortuna ne esistono forse ancora oggi (voglio ricordare, en passant, che sulla libertà di parola si fonda quella di pensiero, non fosse altro che per il fatto che l’inconscio è strutturato come un linguaggio, e che il compito dell’editoria è quello di promuoverla e difenderla, non certo di corromperla o reprimerla, come è pervasiva pratica odierna, sotto l’alibi peloso dei criteri economici, vale a dire dei feticistici dogmi della religione del nostro tempo, inquisitoria e perversa quanto nessuna che l’abbia preceduta): Mauro Baroni. Questi è stato un uomo il quale, sia pur provvisto di tanti difetti quanti se ne possono comunemente trovare nei nostri simili, ebbe la forza per esercitare la propria professione con indipendenza, tant’è che, dopo iniziali successi, finì per soccombere a motivo della propria coerenza oltre che delle proprie debolezze. Morì cinque anni fa, in circostanze molto penose, nell’abbandono di molti che pure si erano giovati della sua innegabile generosità. Il romanzo “Elegia provinciale”, dopo aver avuto nella sua prima edizione un buon successo presso la critica e i lettori, commisurato ovviamente all’esiguo potere mediatico dell’iniziativa editoriale, è stato scelto dalla neonata casa editrice fiorentina Fratini per inaugurare la sua collana di narrativa.
Attorno ad una vicenda biografica del musicista Giacomo Puccini, il suicidio della domestica Doria Manfredi, a torto accusata dalla consorte del maestro di avere avuta con lui una relazione illecita, ho costruita una trama che rende consapevolezza di alcuni fenomeni epocali, i quali hanno decisive ripercussioni anche sul nostro vissuto presente: la nascita della “società dello spettacolo” ed il conseguente appiattimento della sensibilità estetica, nonché percettiva in senso lato; la violenta colonizzazione della vita quale fu compiuta all’avvento del modo di produzione capitalistico, della quale molti hanno indagato fino ai risvolti più riposti, penso a filosofi come Michel Foucault o storici come Karl Polanyi.


3) Su HYPERLINK "https://www.youtube.com/novarubedo" YouTube è possibile visionare dei booktrailers dei tuoi lavori letterari.
Come ti è venuta l'idea di realizzarli?

L’idea è nata dalla passione che ho sempre coltivata per il cinema e che, con gli anni, mi ha fatte acquisire alcune competenze, anche tecniche. Ho pertanto deciso di metterle a frutto per realizzare uno strumento di promozione che non fosse scevro di elementi creativi e mi desse almeno qualche opportunità di controbattere all’ipnosi mediatica di massa, la quale consolida la miseria presente ed edifica la futura.


4) Lo stile del brano del video tratto dall’ottavo capitolo di “Elegia provinciale” è molto aulico e ricercato, ("dedalo di efelidi", "fissità dormiente" "labbra rugiadose", "purpurea coloritura", "imago sua"...) tanto che assimilerei il tuo stile a quello di d'Annunzio. Sei d'accordo? E più in generale, quali sono i tuoi modelli letterari?

Amo la letteratura dai suoi albori e dai miei personali: le mie letture d’infanzia furono Salgari, Jules Verne e Jack London, vale a dire opere che considero superiori, quanto a valore artistico, alla maggior parte di ciò che si pubblica oggi in Italia sotto la categoria di letteratura per adulti, a dimostrazione di un assai palese regresso antropologico, orchestrato dolosamente (non potrei dire “ad arte”) dai legislatori del regime ideologico vigente, contro il quale mi batto con i mezzi che ho a disposizione. La letteratura che preferisco è, dunque, quella che elegge nella propria poetica l’istanza irrinunciabile di questa lotta, in primis il surrealismo, di cui mi onoro di richiamarmi alla massima “cambiare la vita” e “trasformare il mondo”, che André Breton mutuò da Marx e da Rimbaud. Oggetto di mio particolare studio ed interesse è, inoltre, il romanzo dell’Ottocento e del Novecento (Dostoevskij, Tolstoj, Zola, Musil, Joyce e molto altro), dove si dette testimonianza di un’espressione intellettuale ancora viva, capace di compimento estetico in opere dotate di nessi dialettici sostanziali con la realtà che si vuole trascendere per evolvere.


5) Concludi a tuo piacimento la nostra intervista!

Invito tutti i lettori della pagina che mi ha gentilmente ospitato ad una gioiosa diserzione dalle mediocri liturgie della pseudocultura in vigore, esorto alla serietà e al godimento delle buone letture, tra le quali mi auguro che alcuni vorranno includere anche i miei personali contributi. Sol et Lux.