Poesia Praghese


Qualche notizia sul movimento poetico cecoslovacco/praghese....

"Feccia nera di sangue arso" per citare la bella espressione di Campanella tratta dal commento critico di Angelo Maria Ripellino, che descrive le atmosfere tipiche di Frantisek Halas e la poesia dell'Est Europa in generale, "ossessionata" dalla guerra, dalla malinconia, dalla morte...


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Frantisek Halas nacque il 3 ottobre 1901 a Brno, da una famiglia poverissima.

"C'erano fame e povertà in abbondanza, ma i libri, che amavo e divoravano, aiutavano a sopportarle più facilmente.
La furia della lettura era così smisurata che, quando mancavano i mezzi per illuminare, leggevo anche sotto i lampioni." come confessa lo stesso Halas.


Halas con alcuni intellettuali si iscrive all'associazione artistica di sinistra "Devetsil" fondata a Praga nel 1920.
Il Devetsil diede voce a moltissimi poeti, chiamati Poetisti.
Ricordiamo Artus Cernick e Bedric Vaclavek.

Nel 1925 Halas trascorre sei mesi a Parigi e anni dopo da alla luce "Sepie" (Seppia) e "Kohout plasi smrt" (Il gallo spaventa la morte) che mostrano gli argomenti tipici del poeta:
Morte, Nulla, Dissoluzione, Sensitiva Mestizia ("Tklivost") e lo Sfiorire della materia.

Negli anni, l'opera di Halas subirà ostracismo e critiche feroci proprio dai dirigenti staliniani, e verrà accusato di pessimismo, amore del disfacimento, Esistenzialismo, di scarsa consapevolezza marxistica... insomma, il Nostro viene accusato di traviare i giovani e viene addirittura rimproverato di non comporre odi a Stalin!

Altri poeti che trattano temi autunnali e necrofili sono Vilèm Zàvada con "Panychida" ("Requiem", 1927) Jan Zahradnìcek, poeta cattolico, con "Pokuseni smrti" ("La tentazione della morte", 1930) e Vladimir Holan con "Triunf smrti" ("Il trionfo della morte")... purtroppo i primi due non credo siano stati tradotti... Holan è disponibile invece sempre per Einaudi.

Altro poeta è Nezval, a cui aggiungiamo anche Jirì Karàsek ze Lvovic(occultista e mago nero...) e Jan Opolsky, anche loro cantori del "Fasto dello sfacelo, sull'orridezza ghignante del nulla" per citare il commento di Ripellino.

Da ricordare annche i poeti dell'area Boema, meno malinconici, come Felix Kadlinsky e Adam Michna z Otradovic.


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Qualche verso di Frantisek Halas! (tratti da "Imagena" Einaudi)





"L'ombra"

Ogni ombra anche la tua è ombra dell'eternità
gemelli siamesi che separa solo la morte
tende agguati ad ogni moto involontario
il tuo nero levriere
vedersi sempre in una postura da cui non ti potrai più rivoltare
un'avara misura di terra ti è commisurata
le tue ali nere quando perdi le bianche con l'infanzia.
Icaro la tua caduta quotidiana
una pozzanghera di lutto da te sgocciola
visi specchiano gli occhi senza speranza e conforto
ma non finisce mai questo corteo
sei bara l'ombra tua morello funebre.


"Presso una tomba"

La luna si denuda a mezzanotte
un ragno crociato reca l'assisa della morte
si sgomenta il poeta per l'ultima volta
esistendo sul feretro
verdi corone di edera
gli angeli-tappezzieri hanno attaccato
chi entrerà nel nirvana per destare
i morti ormai dimentichi del tempo
come sta il poeta nella sindone
quando il musco gli ricopre gli occhi
e una ragazza gli reca una rosa
deponendola sulla sua bocca.
Anche sulle labbra del poeta le rose ammuffiscono
le gettano in mezzo ai rifiuti
ma poi nelle osterie bevono vino
becchini allegri.
I becchini non pensano alla morte
tra le tombe hanno obliato la paura
del raccapriccio è livida la bocca
anche sotto una pietra Charles Baudelaire.


"Questa voce"

Con un sorriso pieno di crepuscolo
l'aurea colonna della fronte ammira
è il comignolo del tuo orbo cielo
privo di speranza come un diavolo
coi pollici impasti un residuo di felicità così bella da essere svanita
conoscendo la vanità dei piaceri
questi cieli dello stupore questi sbadigli
che hai conosciuto nel fosco tempo dei giorni
fiore maldestro disadattato ovunque
tranne il tedio del sangue e dell'inchiostro
l'amore sventa per troppa saggezza
i baci sono brividio di piogge
in cui zoppica l'angelo del cuore trascinandosi dietro un'ala sporca
solo orgoglio il cui oro annera il tempo
sulla fronte portare con fierezza
come aquila sospesa nell'azzurro solo speranza
col candelabro a sette bracci dell'arcobaleno
qualcuno mi cerca dove nascondere il volto
il fiele della terra fiorisce
questa voce che turba i sogni questa voce
cammino ormai cammino acchiappatopi
ai miei giorni ormai fischiando
dagli acerbi sorrisi invecchia il volto.


"L'attesa"

Non attendo nessuno
eppure guardo sempre la porta
se vi giungerete
vi prego di non entrare
nemmeno col fiato sospeso
non attendo nessuno
attendo solo me stesso.


"Il cimitero"

Di sotto in su annuserai le rose
quando vivrai la tua morte
e getterai alle tenebre l'amore tuo scudo
ai piedi della tomba sarò edera
canto sereno che ti avvolgerà
vergata da te pergamena
che dal tempo non verrà distrutta
torneremo a dormire ancora insieme
sulla siringa delle erbe suoneranno per noi le tempeste
lo sciabordio del Lete ascolteremo
e il canto delle lavandaie che sciacquano la Sindone.


"Imagena"

La sua ala argentea ombreggia la finestra
palpita per un attimo
ecco dalla sorgiva dell'insonnia vi si impiglia una rima
ha già paura già è ghermita già si duole
Imagena Imagena
piange bocciuoli piange musica parole
tante cose ancora vi sono da carpire
in che modo potrò ricompensarti
se alla mia notte tu le adescherai
Imagena Imagena


"Nella pioggia"

La tibia di un ramo dalla tomba della notte sporge
la pioggia risuona quest'arpa di Macha
mia amara lunare misericordia
mia corda di sangue purpurea
ora in pesanti pezzi cade il buio
l'albero trema deserto di foglie
caduta è la rocca dei segni e si erge un nudo muro
schiccherato dalla compassione.


E ora, qualche verso di  Vladimir Holan! (Poeta Praghese)


"In punto di morte"

O lacrima! dov'è il tuo peso se non cadi
dagli occhi? E dove vai a cadere
se nessuno ti vuole?
Allora sei proprio tu quella lacrima
che ritorna senza uomo?
Sei tu che ridai vita postuma alla morte?


"Ubi nullus ordo, sed perpetuus horror"

Terribile è vivere, perchè è necessario restare
nell'orrida realtà di questi anni.
Solo il suicida si illude di uscire dalla porta
che sulla parete è soltanto dipinta...
non c'è il minimo indizio che verrà il Paracleto...
mi duole il cuore della poesia....


"Perchè"

Perchè la voce divina
è solo superficie di silenzio
sotto la tirannia del nostro udito
perchè le cose dovrebbero essere in eterno
amalgama assordato d'uno specchio
in cui si affisa la nostra connivenza?



Qualche verso del poeta surrealista cecoslovacco Vitezslav Nezval
(Poesie tratte da "la donna al plurale" 1936, Einaudi)


"Il segno"

Sul manoscritto di queste poesie
una falena si è posata
è verso la luce che voli o nella tenebra?


"Il talismano"

Parlare per immagini
è come pressare rose tra le pagine di un libro
un'unica rosa
la rosa di due labbra divenute estranee
fino a che non ne sortisca un bacio
o uno scongiuro
fino a che non si alzi in volo una farfalla
fino a che non scenda sopra gli occhi la notte.


"Il manoscritto della sera"

è lo splendore di luglio
e il vento come un sonnambulo sfiora
rosse fanciulle palpitanti
e i cerchi selvaggi sullo stagno
la libellula trascina in lacrime
il proprio inutile volo

....

Mi pesano dentro
i giardini che non ho attraversato
mi opprime nel sonno la falena dell'incubo
non riuscendo a trovarti.