Roberto Piumini



Da "I silenziosi strumenti d'amore"


Prima che tu mi fossi conosciuta
erano fioche ere: dal profondo
di un'infinita essenza sei venuta,
ammutinando di gioia il mio mondo.


***


Chiudo gli occhi e continuo in ombra
il viaggio glorioso e destinato,
e si dissolve l'aria che c'ingombra


***


Davvero non lo so, anche se credo
sia qualcosa di me, mossa sfuggita.
Ripenso atti e parole, ma non vedo,
non riconosco ciò che ti ha ferita.

Oppure tu, siccome noi ci amiamo,
regalami la pace del parlare,
rivela la sua colpa a chi è pentito.


***


Molto più potente, onnipotente,
è il momento che precede il canto:
contiene i linguaggi di ogni gente,
gli orizzonti dalla gioia al pianto.

Prima del canto a te, la mia parola
della sua abbondanza si consola.


***


Nell'immediato innamoramento
che ci prende all'alba

nell'immediato canto che la mente
innalza come un inno a questo fatto,
questo amarsi mattutinamente.


***


So che il piacere sta all'esistente
come, a una colpa, il suo perdono


***


Prego che quella fine sia esterna
al punto estremo della mia esistenza:
io voglio amore fino al mio morire.


***


Se sapessi trovare la radice
dell'emicrania che ti dà dolore,
la lama scura che ti maledice,
abbatte e stordisce ore ed ore,

l'allagherei di fuoco universale,
l'affogherei di cenere infinita,
la ucciderei con una furia tale
da toglierle anche il nome della vita,

poi mi chinerei su te, sanata,
e col silenzio, per quello che vale,
proteggerei il tuo lento torpore,

ti soffierei via dalla mente il male,
così come fa il vento sopra il fiore,
dopo le offese della grandinata.


***


Doloroso d'assenza, qualche volta,
interrompo gli eventi del mio giorno.


***


E poi Luna e Terra, quando accade,
si tolgono a vicenda l'alta luce
di quello che le illumina, distante.

La luce, a noi, dall'una all'altro cade:
nessun passo di danza ci conduce
a farci ombra, neppure un istante.


***


Toccarti mi riaperse le fontane
dei sensi, dei sentieri, dei sapori,
mi ricongiunse ad isole lontane,


***

Le nostre parti, pure fatte nuove,
tornano tue e mie, cose segrete:
amarsi non dissolve le persone.


***

Il tonnellaggio della nostalgia
svuota l'intera conca del mio mare,
l'evento di me stesso non avviene.


***


Come abisso sento
il tempo che è vissuto solo in me.


***

Io tacqui emozionato, in puro ascolto,
guardando il tuo viso che, sconvolto,
sembrava pronto all'estasi del dire.


***


Altri versi di Roberto Piumini


Terra dei baci i corpi
mio e tuo, signora.
Eventi, lenti evi.
L'inizio immemore della fine
e la fine già grave
del nuovo bacio.
Da ogni frutto spaccato
sciamano miti semi.
Ognuno eco d'altro
e nuovo grido.

Lento e potente fiore
il tuo volto si schiude
nella mia mente.
Chinato in me lo adoro.
Lo paragono tacendo
alle mie solitudini.

Discendo le ore, ombrosi viottoli,
verso il sole della tua presenza,
e percorro gli istanti, acute siepi,
verso il roseto della tua voce
e tesso una mite corona di passi
verso l'argine del tuo sorriso.

E le stelle prendono silenziose posizioni
e miti pipistrelli attraversano
come ricordi la penombra azzurra,
e la civetta sacra, dietro il tempio
dentro il fruscio perplesso degli olivi
leva come domanda il primo canto.

Mi aggiro in un giardino di assenze
di ognuna recito il nome.