Jaroslav Seifert


Qualche verso tratto da "Vestita di Luce" (Poesie 1925-1967)

"Le braccia di Venere" (1936)

è soltanto un pugno di vento
nella mano
perdersi di perle nel vino,
paura del non morire.

Ma vedere di bellezza la nascita,
piangerne il perdersi
e presso acque che scorrono
starsi in attesa del fiore
di nuove primavere.


Non so chi mi disse: "è necessario abituarsi a sangue e dolore" (1948)


"Corona di sonetti" (1951)

Come colui che attende sulla porta
con la pazienza, con la dedizione,
e al quale nella mano tesa cade
pioggia soltanto e stilla dopo stilla


Di notte ho spesso invocato
tutto ciò che mi stava dentro il cuore


Quando il mondo cadeva,
e la vertigine ci portava
quasi sopra l'abisso.