Carlo Betocchi


Qualche Poesia di Carlo Betocchi, Autore spesso associato all'Ermetismo.

"Pianto di freddo"

Pianto di freddo ai vetri,
d'inverno quando appena è cielo, del poco cielo.
La nudità recondita che si veste d'un velo e da me non è dato di conoscere nulla, sono un cuore che sente, ignoranza m'annulla vastamente...
Alleluja! Alleluja, fraterni pianti sull'umida lastra
dei vetri dritti impietriti di scintillamenti.


"Il vecchio, stravaganza, sventura, destino"

O forse il tempo dirà - o lascerà apparire -
che non era vero, e che fu la mia ombra soltanto
a lasciarsi credere corpo, e che solo il dolore
era corpo vivente e un arcano disegno il vero sofferente,
un velo sepolto nella mia carne che gettava
quell'ombra d'intorno che io chiamavo
me stesso, e dolore, e destino.


"I fossi della bassa"

I fossi della bassa menano
acque fangose da cui spuntano
cimoli gementi di rossi salci:
vanno lenti dondolandosi,
come quelli che non han da fare,
ma intanto cercan nel tempo qualcosa
che affretti il vivere.
Oh tra le sponde erbose
d'un così bel verde
e fresco come passa squallidamente la piena,
con la sua fiducia!
Come lesta con i suoi affari che vanno
a finire in niente, tribolando veementemente le piante
radicate al fondo.
E come, lo sguardo di chi passa, vi si posa e ritrae,
e come sempre tradisce il patire del giusto fino a farlo
morire in sé.


"Dai tetti"

... Il suo muto discorso:
quel suo esistere anonimo,
quel provocarmi verso la molteplice essenza
del dolore: dell'unico dolore.


"Dedica scritta risalendo una valle d'inverno"

Nell'ombra del mio spirito
chiudendo lame di fiume
ferro di coltello,
degli inverni nevrosi
le invenzioni di gelidi
seguenti angoli e vento.



"Sera trasecolata ad albergo tra i monti lepini"

Un ragno di tristezza
in agguato nel cubico gelo.


"Alla chiesa di Frosinone"

Il mondo non altro che suono.
Se non avessi l'anima e non fossi
quasi un uccello che batte l'ali fuor di palude,
tu, tempo, m'inganneresti.
E tu antica abside che questi di Frosinone
han lasciata piena di crepe
o come nella tua polvere, colpa,
m'avvolgeresti ma la mia anima
prega sugli orizzonti senza suono.


"IX"

Cuore, mia rosa lacera,
o punta d'infinito,
che apparisce di là
da ciò che sento il senso;
o voce del mio credere...



"Il tempo ci rapisce e il cielo è solo"

...E vien la sera.
E i pensieri s'intrecciano, e le rondini.
E non siamo più noi.
Siamo i profondi cieli dell'esistenza,
ahi come intera e profondissima,
cupa, nel suo indaco.