Guido Olivieri


Vorrei riportare alcune poesie di Guido Olivieri (nato a Grotteria, sulla costa jonica, il 26 ottobre 1956) tratte dal suo libro "Essere fiume" (1994) casa editrice Il Veliero....non sono sicura che sia reperibile al di fuori della provincia di Varese, dove il poeta vive... così ho pensato di riportare qualche suo verso...

è DI FOGLIE IL MIO CUORE

è di foglie il mio cuore
rosso dell'autunnale fuoco
e così ugualmente
tristo
è di foglie
leggero
che il cielo accoglie
mutando l'ora
in vento
e il vento
in tempo
nel vorticoso spargersi
dei giorni
nel suo sottrarsi
lento.





FANTASMI

Sospesi
a un filo d'acqua
stanno i fantasmi
ombre.
Lamine taglienti
accarezzano riflessi lunari
mancano due ore all'alba,
un assassino fugge
con un cuore nel sacco.





DI TE MI NUTRO

Sonore linee orizzontali
la tua voce leviga
la corteccia del cuore
corteggio i tuoi occhi
con parole di tramonto
di te mi nutro
nelle sere d'autunno...





ALL'ALBA IL SOLE

Fuori e
nel sottoscala
ormai più non piove
rane meccaniche
gorgogliano
fra griglie di fogna
sordidi vicoli
vomitano ombre curve
profumi esotici
galleggiano leggeri
nel sogno dei topi
fugge viscida la notte.
All'alba
il sole ci sorprende
ancora abbracciati.





GABBIANO

Piange il gabbiano
il suo amato amore
sotto il pontile
sull'onde
galleggia
un sogno trafitto.





STANCHE PALUDI

Nell'attimo in cui
la ragione
non lascia trasparire
illusioni
tutto sprofonda
inesorabilmente
nelle bianche,
stanche
paludi di primavera.





CORRONO

Corrono
come vento
fra la palafitte
voci rapite alla radura
millenni smussati,
meravigliosi odori,
luci, colori, ombre...
Si è levato
dal fondo dell'oceano
come melma,
un grumo acre di sogno
anonime rupi presagiscono la fine.





DOPO LA MAREGGIATA

Il gioco di luci
del teatro cinese
illumina gli orizzonti
rarefatti del sogno
aldilà della soglia
si stende la spiaggia
dopo la mareggiata,
senza orme, senza respiro
aldilà del sogno
sorge la terra
incontaminata dalla libertà
amo pensare all'infinito
il fruscio delle tue vesti
come vento
che viene dalle montagne
ed io soccorro
i miei ricordi
disordinati e sparsi.





NON IL GABBIANO

Bianco un gabbiano,
ali cineree,
plana come un'ombra
sul deserto buio
di una notte africana.
Onde magnetiche
segnalano un mare inesistente,
preistorico
la morte
è tecnologicamente avanzata
non il gabbiano.





MAI GIUNGONO I GIORNI

Mai giungono
i giorni
coperti
di ghirlande fiorite
ad attenuare
il chiaro scuro
sordo
all'urlo silenzioso
del mimo.


 


ESSENZIALE SETE

Il mio passo segue
la strada
dell'essenziale sete
dove la verità
scorre a fiotti
dove i dirupi
timorano i più.
Ritorneranno dal viaggio
con gli occhi consumati
il cuore arso dalla luce
io, resto qui a morirne.





IL SOGNO SI COMPIE

è raccolto il sogno
nello specchio del cielo
ma il vento
spesso
spinge fino a noi
dai bordi dell'infinito
i raggi di una luna dolce
ed il sogno si compie
fra le strade
di polvere e asfalto su cui moriamo.


 

AUTUNNO

Mi coprirò di ricordi
come di foglie morte
e lascerò che
mi riscaldino il cuore.





ROVINE SUPERBE

Ho incontrato
ai cancelli della notte
un'ombra
io sono il tuo passato - mi dice -
e queste sono le rovine,
ciò che resta...
Mi porge un drappo rosso
e una ciocca di capelli biondi
e indicando l'orizzonte...
Ormai il tuo è tempo di tramonto
accendi un fuoco, sei alle soglie della notte.
Mi guardai le mani, guardai il drappo,
la ciocca e pensai:
rovine superbe!





GABBIANI

Mi accogli
vento di lievi profumi
tenere labbra
cancelli fragili di mare
sospiri sulla costa
nella notte
fra l'ansimare dell'oceano
ed il pulsare delle stelle
dove si raccolgono
gabbiani
ad aspettare
che l'impeto si quieti
delle spumose onde
dell'infrangersi dei corpi
per poi formare
archi infiniti
arcobaleni di luna
nel cielo...





VENTINOVE MARZO

Minuta
lieve
voce di vento
sulle rupi, fra sentieri...
Nei miei occhi primavera
madre di cieli in fiamme
corpi sospesi a un filo
ampolle di luce
al centro dell'universo
piccoli satelliti
astronavi proiettate in un remoto viaggio
ad esplorare silenzi
sull' arcuata linea del tempo.






IL PERDONO NON VERRà

Sovrastanti l'ombra lunare
stanno i corpi
vorticosamente mossi
scatole intelligenti,
ossa, gusci di difesa
preparano il pensiero
all'impatto con l'idea...
moriture cellule
mordono
sotto una pelle elegantemente tesa
le onde,
radiazioni prive di idea
nate dal genio,
nate dall'idea
sparse su corpi
come cenere
il perdono chiesto non verrà,
la condanna eseguita
non salverà nessuno,
nemmeno Dio!