Domenico Oprandi



Il poeta è morto a 38 anni. Poeta, scrittore, regista di teatro, cinema, musica.
Riporto qualche poesia tratta da "Il giorno è breve - versi inutili di un noto contemporaneo"


"LA NOTTE"

La notte mi accoglie
fra le sue braccia,
e passa le sue dita
sulle mie palpebre,
creando sogni
pieni di verdi speranze,
intrecciati
di raggi di luna
e cullati
dallo stormire delle fronde.


"LA SERA"

Acceleri il tempo
e
mi avvicini
al domani.
Perciò ti preferisco,
o sera.


"LA PROMESSA"

Il giorno è trascorso
tra i lampi,
lo scoppiar dei tuoni
e lo scroscio della pioggia.
Ma la sera
tutto è finito,
e nel tramonto sereno
io leggo
la promessa di un fulgido domani.


"FUNERALE"

Nero
nell'afoso bagliore
d'un meriggio d'estate
il morto
era
un assurdo contrasto
alla chiara
naturale evidenza
dell'esistere.


"CHIAR DI LUNA"

Il sole è caduto dietro l'orizzonte
dimenticando
uno strascico di penombre.
Solo, sulla spiaggia,
ascolto il sommesso sciacquio
del mare luccicante
che risponde ai pini,
lievemente oscillanti
dove la luna
inargenta arcani silenzi.


"6 GIUGNO 1944"

Un crepuscolo di fuoco
cala
sulla spiaggia insanguinata
dal giorno.
Relitti,
strani esseri di un altro mondo,
tendono al cielo
le loro braccia contorte
come una muta invocazione.
Ma ad essi
risponde solamente
lo sciabordio
del mare ormai tranquillo.


"NOVEMBRE"

Cipressi nebbiosi
stillanti umidità,
collane di requiem
sospese nell'aria,
crisantemi piovosi,
gocciolanti
sulla terra umida
e grassa,
sul marmo freddo
e impenetrabile.


"IL TEMPO"

Il tempo si ferma nei meriggi assolati,
quando il torpore ristagna dovunque,
quando il sole scioglie nel suo abbraccio
il mio spirito e i miei sogni;
e non vi è che silenzio...silenzio...silenzio.
Ma il radioso crepuscolo
mi accende nel cuore la speranza
e l'astro radente le cime sembra dire:
domani è un altro giorno.


"COME LE FOGLIE"

Cadono le foglie,
ad una ad una,
lentamente,
come giorni vissuti
ingialliti ed accartocciati
dal tempo.
Ma altre foglie
verranno
per tornare a cadere.
Così all'infinito,
vengono e passano
i giorni
di questa mia giovinezza.


"RIPENSAMENTO"

Nell'aria tesa ed immobile
del sereno meriggio
i gabbiani si attardano
in lunghe planate,
spiando il mare.
Ma essi non vedono
il fango nero e l'orrore
di abissali profondità
che nasconde
la superficie azzurra,
appena increspata
dalla brezza.


"BREVISSIMA IUVENTA"

Ridiamo amici,
ridiamo sempre
più forte:
il giorno,
fulgido e breve,
si farà crepuscolo.


"PICCOLEZZA"

Ascolta, nel buio,
il fremito lieve
della pioggia,
che riempie
le cavità del cielo.
è allora, quando
l'oscurità della notte
si scioglie sul tuo viso
e sulla tua anima,
che tu senti l'uomo
sprofondarsi nell'abisso
infinito.


"PULCHERRIMA AETAS"
(sotto riporto la traduzione che ne fece mio padre, Gabriele)

Puella, laeteris:
optimi tibi
hi dies, quos
libenter memineris.
Soles occidere
et redire possunt
tibisque, sicut
candidae rosae,
fulgent
in horto vitae.

Ragazza, con gioia
assieme a te
bellissimi quei giorni
che con piacere ricordi
possono tramontare
e anche ritornare
con te, come candida rosa
splendente
nel giardino della vita.


Aggiungo anche



"Cicatrici"

Non ti rividi più bambina
nel ritratto di ciò che amai
sperduto
da forze oscure

Cimiteri notturni d'estate
sotto la luce pallida del sole
a volte
sembra quasi di toccarlo
questo sogno d'amore
così vicino così lontano


"Graffi sul viso"

Scappare correndo senza fermarsi
sentendo l'arrivo dei lupi
uomo contro uomo
in questo secolo
di assassini
e di sogni
violentati.

Foglie morte
sulla battigia deserta
e sulla distesa brulla
della nostra vita.
Il canto eterno del mare.
La lunga corsa era finita.


"Fine di una stagione"

Dicevi
ciò che non distrugge rafforza
ti amai e poi ti odiai
al primo bacio e
alla prima notte lacerati
sul litorale abbandonato.

Sabbia d'inverno.
Amore e morte
amore e odio
nel soffiare ossessivo del sangue
nelle vene,
rughe
attorno agli occhi velati
di possibilità.

[...]


"Ombre"

E poi disse mi ami come prima
all'ombra della radura
senza più luce e rumori
ma niente è mai come prima
si nasce e si muore
nel ghetto delle nostre paure
è vero
ma
nel tragitto
ci si sposta
e futuro e passato
si inerpicano tristi insieme
infine verso la vetta.


"Nel mio cuore"

All'imbrunire
cessò il tumulto infine
di stanchi padroni del vapore.
Udimmo
il sussurro dei pensieri
di un bambino.

Nel silenzio
ascoltai
il lamento nuovo della sera
nel mio cuore
cicatrici vecchie
in ordine sparso


"Lungo il fiume"

[...] Mi attacco tremante piagato
al ricordo del tuo viso
[...] ci ritroveremo presto
lungo il fiume pulito
della Malinconia
lì distruggeremo allora la menzogna
ed eterni correranno i nostri sguardi.


"Giovani"

[...] Così sottile
tenue nebbia novembrina
appare l'attesa
della vita.

L'oscurità veloce cala
sui nostri sorrisi


"9 maggio"

Si può ritrovare
il senso della vita
in un cimitero disadorno di campagna
perderlo
in una notte che divampa
stellata

Così
in quel momento di maggio
vidi coccinelle danzare sul prato
e pensai all'antica miseria
alla musica lenta
del futuro.


"Sabbia"

Ebbi molti amori e molti sogni
sia all'inizio che alla fine del cammino
ma osservando il mesto sole all'imbrunire
sempre Solitudine mi vinse
ed il Vuoto...

Piccole formiche
sulla sabbia


"Sera d'estate"

Sognavamo l'amore
la vita e la leggenda
sedendo
una sera d'estate
moribondi
sull'abisso senza stelle

La memoria
ci scherniva lieve
la speranza
furtiva declinava


"Il bosco"

Rami incolori nella nebbia
mattutina
giorni perduti non gridarono più
il loro tormento
e il bosco in autunno
impassibile
scherniva
ogni sogno e chimera.

Infinito e dolore
alternarono i loro sospiri
sul mio corpo assopito
tra le foglie bagnate


"Un compleanno"

Era il giorno in cui nacqui
anni fa
fu giovinezza
di tenebre e di fiori
e d'improvvisi baci e di ferite
solitario scivolai
nel mattino cieco e addormentato
della vita

Candele spente sopra torte di rugiada
davanti ai nostri padri
illusione di felicità immortale
nei lineamenti delicati ancora

Muore anche il ricordo
le ombre mi trafiggono urlanti
nel tramonto silenzioso


"Confabulazioni"

[...] Si fa breve la strada oramai
sopra la terra arida
di fuoco
rammento
di aver rinunziato all'amore
ai tuoi pallidi bianchi sorrisi
di sposa


"Fragilità"

Presto la nebbia avvolgerà spietata
il cielo e i nostri corpi
martoriati
ci sentiremo nuovamente soli
rinchiusi
tra gli anfratti dela vita

L'inverno spoglierà le foglie
ed il gelo scenderà nei nostri cuori
attenderemo a lungo il sorgere del sole
spauriti tra memoria e fantasia


"Gocce"

Guardai il cielo
cupo
nell'attesa della pioggia

Vorrei essere - in un sogno -
il fantasma di un gitano triste
e cantare per te
lunghe storie segrete
e mai vissute.

Frammenti di lacrime dall'orizzonte pallido
se scruti
rivedrai quei volti
ancora vivi nella mente stanca

Gocce di pioggia
sulla mia ombra
devastata